Cosa facciamo

Progetto Uwa-Akugbe” – Affiancamento Familiare Interculturale Potenziato

Il progetto di affido omonoculturale nasce nel 2009 come iniziativa di Precious Ugiagbe, mediatrice culturale etno-clinica di origine nigeriana, e di Suor Angela Pozzoli, del Gruppo di Volontariato Vincenziano di Torino. Nasce come progetto pilota di “affido omonoculturale” (nuclei nigeriani – famiglia affidataria nigeriana). Il buon esito di questa prima fase ha permesso di estendere l’iniziativa, aprendo la strada a forme di accoglienza e affiancamento familiare interculturale potenziato.

La missione principale del progetto “Uwa-Akugbe” è prevenire la separazione madre-figlio, creare percorsi di autonomia e rafforzare la coesione sociale. Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso una serie di attività progettuali, tra cui l’accoglienza in appartamenti condivisi, il tutoraggio educativo continuativo a cura dei volontari del gruppo IL SEME e la realizzazione di progetti educativi individualizzati, condivisi con i servizi sociali.

Il progetto mira a generare un impatto sociale significativo in termini di autonomia femminile, tutela minorile e coesione comunitaria. L’accoglienza in convivenza contribuisce a ridurre il ricorso a strutture di emergenza e gli allontanamenti forzati, promuovendo un contesto educativo stabile per i bambini e nuove opportunità per le madri. Inoltre, il coinvolgimento di volontari con background migratorio rafforza il senso di appartenenza e la rappresentanza delle comunità straniere nei processi di cura e accoglienza, favorendo una cittadinanza più inclusiva.

Premio Semplicemente Donna per questo progetto nel 2018

Progetto di Rimpatrio e Crescita Professionale

Dal 2006 ad oggi collaboriamo con varie ONG nigeriane, che si occupano dell’accompagnamento e del reinserimento delle vittime di tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento, che chiedono di tornare nel loro paese d’origine, aiutandole nel cammino verso il reinserimento sociale. Abbiamo supportato alcune ragazze nel loro percorso formativo, nell’area di estetica, ad esempio, con l’acquisto di parte del materiale per iniziare la propria attività professionale. Hanno seguito un percorso di reinserimento nel paese d’origine e preparazione scolastica intensiva per il conseguimento dei diplomi.

Nel frattempo, hanno frequentato un corso professionale di estetica, trasformando le difficoltà in opportunità e il talento in bellezza, mettendo le proprie risorse personali in azione, attivando così il loro talento, la ricostruzione di sé e l’autodeterminazione.

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